Nell'ambito dei "Cenacoli teologici letterari" sul tema "L'inutilità della bellezza" diretti da Don Simone Caleffi, il 17 marzo presso la Casa San Giuseppe di Roma, si è tenuto l’incontro sul tema “Il ritorno degli hobbit a proposito della misericordia”. L'evento ha visto la partecipazione del direttore dell'Osservatore Romano Andrea Monda.
L'incontro ha rappresentato un momento di straordinaria profondità analitica, durante il quale il direttore Monda ha saputo guidare i presenti attraverso una lettura illuminante dell'opera tolkieniana, rivelando sfumature interpretative di notevole spessore. La sua dissertazione si è concentrata principalmente sulla figura dell'Hobbit, apparentemente positiva ma intrinsecamente caratterizzata da una natura abulica, che rappresenta metaforicamente l'uomo comune nella sua quotidianità.
Monda ha magistralmente evidenziato come la trasformazione di Frodo da creatura dedita alla vita agiata della Contea a portatore del fardello più gravoso della Terra di Mezzo non sarebbe stata possibile senza l'intervento catalizzatore di Gandalf. Quest'ultimo, nella lucida analisi del direttore, rappresenta la luce divina che interviene nella vita dell'uomo comune, spingendolo oltre i propri limiti apparenti verso una missione più alta.
Particolarmente illuminante è stata l'esposizione del parallelismo tra la distruzione dell'Anello e il percorso di redenzione cristiana. Monda ha sottolineato come l'apparente impossibilità del compito affidato a Frodo rifletta la sfida che ogni credente affronta nel proprio cammino spirituale. La metafora cattolica si rivela nella sua pienezza quando si considera che la missione viene portata a termine non tanto per le capacità del protagonista, quanto per l'intervento della misericordia divina, simboleggiata dall'inaspettata reazione di Frodo nel finale. Il direttore ha evidenziato come la debolezza degli Hobbit di fronte all'Anello, nel momento cruciale sul Monte Fato, non rappresenti un fallimento morale, ma piuttosto la realistica rappresentazione della fragilità umana di fronte al male assoluto. È proprio in questo momento di massima debolezza che si manifesta la potenza della compassione, attraverso l'involontario sacrificio di Gollum, che porta a compimento il disegno più grande.
L'analisi ha evidenziato come l'apparente casualità degli eventi nella saga nasconda in realtà un disegno superiore, in cui anche le creature più umili e corrotte possono diventare strumenti inconsapevoli del bene. Monda ha collegato questo aspetto alla visione cattolica della storia, dove il piano divino si realizza attraverso le azioni degli uomini, pur nella loro libertà e imperfezione.
La discussione ha suscitato particolare interesse quando il direttore ha approfondito il significato della comunità nella lotta contro il male, evidenziando come il supporto ricevuto da Frodo, in particolare attraverso la fedeltà di Sam, rifletta l'importanza della Chiesa come comunità di sostegno nel cammino di fede, sottolineando come la salvezza, pur essendo personale, si realizzi sempre in un contesto comunitario.
L'incontro si è concluso con una riflessione, attraverso le domande dei presenti, sulla modernità dell'opera di Tolkien e di come la sua visione profondamente cattolica del mondo continui a parlare alle generazioni contemporanee, offrendo una chiave di lettura per comprendere la lotta tra bene e male che ogni essere umano affronta nella propria esistenza. La capacità di Monda di svelare questi significati profondi ha reso l'incontro un momento di autentico arricchimento culturale e spirituale per tutti gli intervenuti.